Castello Bonomi

Castello Bonomi

Anno di fondazione: 1985
Viticoltura: biologica
Produzione: 150.000 bottiglie

Sulle pendici del Monte Orfano, nell’area sud-occidentale del territorio della Franciacorta, sorge la cantina Castello Bonomi, in un ambiente rustico e piacevole, che si distingue anche per la presenza di uno Chateaux liberty progettato dall’architetto Antonio Tagliaferri alla fine del XIX secolo.

La famiglia Paladin in questo angolo di Franciacorta può godere di condizioni uniche per la creazione dei propri vini:

  • terreno di tipo roccioso (grandi rocce) con calcare e gesso, invece che di tipo morenico come nell’anfiteatro della Franciacorta. Le viti pescano in profondità i ricchi sali della terra e questo è l’ingrediente peculiare che rende i vini di Castello Bonomi tanto minerali e unici.
  • in questa parte della Franciacorta si gode di un grado in più rispetto al centro nell’anfiteatro morenico, non si hanno temporali o improvvisi rovesci, essendo protetti dal monte. Questa caratteristica, unita alle tiepidi correnti che ascendono dalla pianura Padana, permette un’ottimale maturazione delle uve. Le piante di cappero, che crescono selvatiche, lungo i muri e i pilastri del porticato esterno, ne sono l’esempio.

I vini sono caratterizzati da lunghi affinamenti e risultano prodotti a basso grado zuccherino, caratterizzati dall’essere molto verticali e puliti, frutto proprio delle caratteristiche del terreno su cui sorgono e per una scelta stilistica della cantina.

Tra i vini Franciacorta si parte con il Cuvée 22 Brut, per poi proseguire con il Satèn millesimato 2014, continuando ancora con il Rosè 100% Pinot nero, i millesimati, il Cruperdu (ottima l’annata 2011), il Dosaggio zero, premiato con i tre bicchieri del Gambero Rosso e tra i prodotti di punta la “Cuvée Lucrezia”, etichetta nera con oltre 120 mesi sui lieviti.

Da Castello Bonomi si respira la passione per il proprio vino e l’amore per la conservazione della tradizione.

Una curiosità: ma da dove deriva il nome CruPerdu?

L’enologo Luigi Bersini nell’estate del 1986 sulle colline sopra la cantina, all’interno del bosco, si accorge di alcune piante di vite nascoste tra edere e arbusti che le avevano nascoste. Ecco da dove deriva il nome CruPerdu, ossia vigneto perso.